Sicuramente conosciamo tutti Sam Altman, il capo supremo di OpenAI, diventato famosissimo in tutto il mondo grazie al successo di ChatGPT, il chatbot AI prodotto dalla sua start-up con il denaro di molti investitori (anche Elon Musk) ma soprattutto di Microsoft.

Ma Altman sta lavorando a ben altro progetto, se vogliamo ancora più rivoluzionario: Tools for Humanity, una compagnia super avanzata nel campo della tecnologia che ha creato WorldCoin. WorldCoin regala criptovalute in cambio di una scansione dell’iride. Inizialmente, può sembrare una di quelle idee strampalate che uniscono un po’ di tutto: intelligenza artificiale, criptovalute, dati biometrici, desiderio di una moneta universale e di un mondo migliore… Ma, se guardiamo più da vicino, il progetto di Sam Altman e WorldCoin potrebbe essere una delle cose più interessanti che sta accadendo in Silicon Valley (e forse nel mondo) proprio ora. E non solo per le ambizioni gigantesche, ma anche per le questioni etiche che potrebbe sollevare nel futuro.

Dunque, che cos’è WorldCoin? Beh, è una creatura di Tools for Humanity, la startup fondata nel 2019 da Sam Altman, il super-investitore Max Novendstern e il genio fisico Alex Blania, che al momento è anche il grande capo della compagnia. Per far andare avanti le loro idee folli, hanno preso dei bei soldi dagli investitori, proprio come ha fatto Microsoft per OpenAI.

WorldCoin è una criptovaluta chiamata WLD, nata nel 2021 con l’obiettivo di creare un’economia globale accessibile a chiunque, ovunque si trovi, senza fare distinzioni di nazionalità o background culturale. Tutto questo grazie alla magia della blockchain e all’economia decentralizzata del web. Peccato che per adesso, WorldCoin sia ancora fuori dai giochi negli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa.

Tecnicamente parlando, questa cripto è un token L2 di Ethereum, che si appoggia alla blockchain ETH, ma che ha anche un mercato tutto suo, separato dalla madre Ethereum. Al momento (estate 2023), il progetto di WorldCoin vale circa 3 miliardi di dollari, e ha un totale di 182 milioni di dollari di capitalizzazione di mercato, con 126 milioni di WLD in circolazione. I creatori hanno previsto un massimo di 10 miliardi di WLD e ogni pezzo vale all’incirca 1,40 euro.

Fino a qui, potreste pensare che WorldCoin sia solo un’altra criptovaluta con grandi speranze e un piano solido. Ma, vi sbagliate! Quello che rende speciale il token di Sam Altman, è il suo connubio con il mondo delle biotecnologie e dell’intelligenza artificiale. WorldCoin è un progetto di scansione dell’iride, oltre che una criptovaluta.

Quindi, gli utenti che vogliono avere un portafoglio di WorldCoin devono passare attraverso un processo che prevede la scansione del loro occhio con un dispositivo strampalato, tipo una “sfera” futuristica e un po’ spaventosa. Dopo aver fatto questa roba, ottengono un portafoglio digitale collegato all’iride e possono accedere con una scansione dell’occhio. Nessuno può usare i suoi WorldCoin prima di aver fatto questa scansione. La magia dietro questa idea è quella di creare transazioni super sicure tra umani, senza dare la possibilità ai bot e ad altre cose automatizzate o basate sull’IA di intromettersi. Insomma, WorldCoin vuole essere il re dei network finanziari e di identità umane, dando a tutti il loro pezzetto di proprietà.

Allora, per riassumere, WorldCoin è una criptovaluta fatta per le persone e le piccole attività, basata su una blockchain Ethereum e su un sistema ultra sicuro di identificazione con scansione dell’iride.

E ora, veniamo alla sicurezza, il punto forte di WorldCoin, che lo distingue da tutte le altre monete basate su password e frasi magiche che possono essere rubate facilmente. Ma, cosa c’entra l’intelligenza artificiale? La connessione è un po’ complicata: il progetto punta a far entrare tutti nel mondo di WorldCoin e a creare un posto dove tutti possano godere delle magie dell’IA. Ebbene, usando i dati dell’iride dei suoi utenti, WorldCoin vuole insegnare ai sistemi di autenticazione automatizzati a distinguere gli esseri umani dalle IA o almeno ad imparare a farlo. In altre parole, utilizzando i dati delle scansioni degli utenti, WorldCoin vuole insegnare alla sua IA (che potrebbe essere venduta ad altre compagnie) a riconoscere un occhio umano da uno creato da un’IA generativa. Questo potrebbe essere utile ora che le IA generative sono diventate famose e serve capire chi è umano e chi è un bot.

La sicurezza è uno dei punti forti, visto che il token può essere usato solo da persone reali, grazie alla scansione dell’iride, che per ora si può fare solo di persona con una di quelle “sfere” strane di Tools for Humanity. Questo dà la certezza a chiunque faccia affari sulla blockchain di trattare con persone vere, non con bot o programmi automatici (e potenzialmente truffaldini). Ma, un sistema di sicurezza globale basato sulla scansione dell’iride potrebbe essere la tecnologia del futuro per la privacy, sostituendo impronte digitali, Face ID e password in molti dispositivi, soprattutto per operazioni sensibili come quelle finanziarie. L’idea di riuscire a distinguere le retine generate dall’IA da quelle umane potrebbe accelerare questa transizione.

Ma c’è un però! Le “sfere” di Tools for Humanity non sono alla portata di tutti e sono state fatte in numero limitato. E quindi, se costano un po’ troppo, sarà difficile vederle nelle banche, nei supermercati o nelle case comuni. Inoltre, bisogna vedere quanti paesi e quante persone saranno disposte a dare i loro dati per creare un mega database dell’iride che potrebbe essere usato per scopi di sicurezza (anche controversi) e che potrebbe far guadagnare un sacco di soldi.

Considerando l’obiettivo ambizioso di WorldCoin, che vuole creare una rete globale di pagamenti con identificazione dell’iride, potrebbe anche darsi che tutto il progetto vada a rotoli e che il token finisca male. Quello che potrebbe rimanere da questa esperienza potrebbe essere solo un enorme database dell’iride creato a basso costo dal Sud del Mondo e che potrebbe essere usato senza il consenso dei donatori per scopi di sicurezza (anche quelli discutibili) che potrebbero generare miliardi.